Secondo i dati dell’ONU, le previsioni sull’andamento del nostro clima non sono esattamente rosee: siamo ancora in tempo per limitare il riscaldamento globale e, quindi, il cambiamento climatico?
La risposta, in parte, sta arrivando dalla Cop 27, il 27esimo vertice ONU sui cambiamenti climatici in chiusura in questi giorni, quest’anno tenutosi a Sharm El-Sheikh, in Egitto.
Cop 27: quali azioni per il clima sono in programma?
I dati sono impietosi: gli ultimi otto anni sono stati i più caldi di sempre. A rivelarlo è stato il rapporto «Stato del clima globale nel 2022» dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), diffuso durante l’apertura della Cop 27.
Le concentrazioni dei principali gas serra – anidride carbonica, metano e protossido di azoto – hanno infatti raggiunto livelli record nel 2021, con l'aumento annuale della concentrazione di metano che è stata la più alta mai registrata. La stima per l'aumento della temperatura media globale nel 2022 è di circa 1,15 °C al di sopra della media del 1850-1900, quindi pericolosamente vicino a quel limite di 1,5°C di aumento che segnerebbe un cambiamento climatico irreversibile. Sembra ormai chiaro, purtroppo, che se continuiamo come stiamo facendo adesso ci troviamo «su un’autostrada per l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore», come ha detto il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ma – ed è peggio – che se anche mettessimo in campo tutte le azioni previste finora raggiungeremmo comunque un aumento di temperatura ben superiore a 1,5°C; ad esempio, in Italia arriveremmo a un aumento di circa 3°C, come studiato dal CMCC.
Cosa sta succedendo al nostro clima?
Scopri di cosa parla lo studio del CMCC
Cop 27: le nazioni si impegnano, sarà abbastanza?
Tuttavia, le diverse potenze mondiali continuano ad assicurano il loro impegno. Ad esempio l’ANSA riporta la dichiarazione di Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, che parlando ad una Tavola rotonda ricorda come «L'obiettivo di mantenere l'aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi dovrebbe essere mantenuto in vita e spero che anche questa Conferenza delle parti possa essere d'accordo su questo».
«C'è questa strana storia in giro - ha aggiunto - secondo cui a causa delle sfide della guerra di Putin contro l'Ucraina, ci saremmo ritirati dalle nostre ambizioni. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità. […] Non solo rispettiamo i nostri impegni, ma li stiamo persino raddoppiando attraverso RePowerEU e attraverso la legislazione che ora stiamo decidendo con i co-legislatori nell'Ue», ha sottolineato Timmermans.
E anche gli Stati Uniti di Joe Biden hanno rinnovato l’adesione al programma di riduzione delle emissioni entro il 2030: sempre sull’ANSA leggiamo che gli Stati Uniti raddoppieranno il loro impegno per il fondo per l'adattamento climatico, con una cifra di 150 milioni di dollari da destinare all'Africa. Biden ha anche assicurato che Washington raggiungerà «gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030. Il mio impegno sul clima è incrollabile, faremo la nostra parte per evitare l'inferno climatico».
E noi, in Italia? Come abbiamo letto su Open pochi giorni fa, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, a margine di un convegno al padiglione italiano di Cop27, ha ribadito che lo sblocco delle autorizzazioni per nuovi impianti di energia da fonti rinnovabili resta «uno degli obiettivi principali della sua azione di governo. L’obiettivo dell’Italia è «raggiungere i 70 gigawatt» di energia proveniente da fonti rinnovabili «in sei anni invece che in dieci».
Si tratta dunque di raggiungere l’obiettivo, fissato al 2030 già con il precedente ministro Cingolani, con quattro anni di anticipo: riuscire a installare i 70 GW di energia proveniente da fonti rinnovabili costituisce l’obiettivo fissato dall’Italia nell’ambito del progetto europeo Fit for 55. Si tratta di un impegno non solo utile a limitare il cambiamento climatico, ma porterebbe anche il beneficio immediato di poter ridurre la dipendenza dal gas russo.
Ma l’anno scorso, com’è andata?
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