Comprendere le notizie sull'ambiente e interpretarle nella maniera migliore è una delle nuove sfide in un mondo sempre più complesso: è ormai chiaro praticamente a tutti quanto l’ambiente e la sua salute possano influire sulla nostra vita, a cominciare dalla salute per investire anche la sfera economica.
Il giornalismo ambientale, allora, ha il ruolo chiave di vagliare le notizie e restituirle ai lettori con il giusto filtro, per riuscire a evitare l’effetto allarmistico – che non ha mai avuto successo – ma mostrando i fatti in maniera seria e supportati da evidenze. Esistono già molte testate online dedicate esclusivamente all'ambiente, come anche molti altri blog simili al nostro, ma una presa di posizione della stampa tradizionale è arrivata finalmente quest’anno: dal 19 al 21 novembre si terrà il primo Festival del giornalismo ambientale, organizzato dal ministero dell’Ambiente, Enea, Ispra e la Federazione Italiana dei Media Ambientali.
Le notizie sull'ambiente sono a rischio fake-news e disinformazione
Le tematiche ambientali più calde (cambiamento climatico, deforestazione, ecc.) sono sempre fonte di discussione, di prese di posizione di questo o quel politico e di alcune parti del mondo industriale, dato che sono strettamente connesse con i temi economici. Non dobbiamo lasciarci trarre in inganno, però, specialmente da quelle notizie che sembrano «di buon senso»: pensiamo, ad esempio, a chi negava il riscaldamento ambientale perché, in fondo, in quel periodo faceva freddo, ignorando magari la desertificazione incombente e gli incendi in altre aree.
Come bene ha raccontato sulla Stampa nel maggio 2019 Annalisa Corrado – ecologista, all'epoca candidata alle Europee per Europa Verde-Possibile – questa «è disinformazione dolosa, che mette in pericolo le persone e contribuisce alla risonanza data alle armi di distrazione di massa, che tengono occupati tutti a discutere […], mentre nessuno si occupa davvero delle cose che contano: ossia di salvaguardare il presente e di garantire un futuro degno al genere umano, a ciascuno di noi».
È qui che comprendiamo al meglio il ruolo che deve assumersi il giornalismo ambientale di qualità: le teorie complottiste e la disinformazione possono essere combattute solo ribattendo notizia su notizia, con dati verificati alla fonte. Togliere spazio di manovra, insomma, ai negazionisti è un servizio fondamentale che il giornalismo ambientale può fare alla comunità. Subito dopo deve seguire il racconto delle opportunità: contrastare il cambiamento climatico non deve significare agli occhi dei lettori l’idea di dover continuamente rinunciare a qualcosa, ma deve anche essere visto come occasione da cogliere. Scegliere processi di economia circolare anzi che lineare, ma anche beneficiare degli investimenti europei del Green Deal, sono tutte ottime premesse per generare un nuovo mercato da cui nasceranno nuove tipologie di imprese.
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Buone notizie: a novembre finalmente il primo Festival del giornalismo ambientale
Questi concetti sono il cardine attorno cui ruoterà la prima edizione del Festival del giornalismo ambientale di Roma: «Clima, incendi, minacce alla biodiversità, dissesto idrogeologico, rifiuti, sono solo alcune delle emergenze ambientali con cui ci confrontiamo ormai sempre più spesso e ci rendiamo conto di quanto i media giochino un ruolo strategico sia nella diffusione delle corrette informazioni, sia nella prevenzione e resilienza, soprattutto sulle giovani generazioni che sentono gravare su di loro la pesante eredità ambientale che abbiamo lasciato – ha affermato Stefano Laporta, presidente dell'ISPRA alla presentazione del Festival ai microfoni dell’ANSA – Il ruolo del giornalismo ambientale è fondamentale perché è attraverso i media che si arriva a tutti, che si può fare prevenzione, che si può accompagnare il cambiamento per affermare il Green Deal che tutti auspichiamo».
Nonostante la questione del clima sia sempre più sulla bocca di tutti, infatti, è importante che i media sappiano indirizzare con competenza e visione orizzontale la comprensione delle singole notizie che formano il puzzle complesso di questa tematica.
Proprio per discutere di buone pratiche e darsi linee comuni, al Festival si incontreranno giornalisti e testate di calibro nazionale. In una tre giorni (dal 19 al 21 novembre) saranno condensate tutte le diverse sfaccettature del giornalismo ambientale, divise in quattro sessioni:
- informazione al grande pubblico, inchieste, nuovi media e rischio fake-news
- le emergenze clima e rifiuti
- le opportunità dell'economia circolare e del Green Deal
- innovazione tecnologica, smart city, fonti rinnovabili e mobilità sostenibile
«Riteniamo che la svolta verso il Green Deal e la lotta ai cambiamenti climatici debba passare per alcuni temi principali come l'informazione e l'educazione ambientale – ha evidenziato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa – la corretta informazione deve essere sempre alla base delle decisioni politiche. Per questo abbiamo deciso di promuovere il Festival al quale sono stati invitati i giornalisti del settore, gli editori, ma anche docenti e soprattutto i giovani, perché il Pianeta lo salviamo solo se tutti diamo una mano».
La prima edizione di questo festival è un ulteriore riflettore acceso sulla tematica del giornalismo ambientale e non può che significare un passo avanti nell'ottenere un’informazione sempre più chiara e circostanziata anche in tema ambientale: fondamentale per le nuove generazioni, certo, ma anche per chi ha qualche anno in più e cerca riferimenti sicuri per comprendere il mondo di oggi.
Anche noi teniamo molto alla divulgazione ambientale