Com’è la situazione della raccolta differenziata in Italia? Siamo vicini a raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile fissato per il 2030 oppure no? Già, perché dobbiamo ricordarci che la raccolta differenziata è il primo passo che dà il via a un’intera filiera di riciclo e riuso, nonché una tappa imprescindibile delle materie prime nei processi di economia circolare: per questo smaltire correttamente i rifiuti è fondamentale per uno sviluppo economico sostenibile.
L’ultimo rapporto sui rifiuti urbani dell’Ispra ci dice che, per la prima volta, a fronte di maggiori consumi nel 2019 abbiamo prodotto meno rifiuti, ma rimane troppo alto il ricorso alle discariche, dove i rifiuti perdono il loro valore perché non più riutilizzabili. Vediamo insieme a che punto siamo, cercando di fare insieme qualche riflessione per capire come dare il nostro contributo.
Il rapporto rifiuti urbani dell’ISPRA: aumenta la differenziata, ma c’è ancora molto da fare
30 milioni di tonnellate di rifiuti: ecco quanto spazzatura abbiamo prodotto nel 2019 in Italia; certo, il numero è ancora impressionante, ma la buona notizia è che questo dato è in lieve calo rispetto al 2018, segnando un – 0,3%, cioè 80mila tonnellate in meno di scarti.
Fotografa con precisione la situazione il Rapporto rifiuti urbani 2020 redatto dall’ISPRA - Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che, come ogni anno, ci aiuta a riflettere sull’esito degli sforzi compiuti per ridurre i rifiuti:
- Ognuno di noi, nel 2019, ha prodotto circa 500kg di rifiuti, con il Centro Italia come zona dove la produzione di rifiuti è maggiore (548 kg per abitante) e il Sud dove è minore (445kg p.a.)
- Se a livello regionale spicca l’Emilia-Romagna per maggior quantità di rifiuti (663kg p.a.), l’ISPRA evidenzia invece come nota positiva che in ben 13 regioni è calata la produzione dei rifiuti, specialmente in Molise (-4,5%), Sicilia (-2,6%) e Calabria (-2,3%)
- Un altro dato interessante è quello che vede finalmente la produzione dei rifiuti sganciarsi dagli indicatori economici: in altre parole, mentre nel 2019 il PIL e i consumi crescevano (del 0,3% e 0,6%), la produzione dei rifiuti calava (-0,3%), dimostrando che è possibile evitare di produrre spazzatura anche con un’economia in crescita
Anche la raccolta differenziata nel 2019 è migliorata:
- La differenziata è aumentata del 3,1% nel 2019 rispetto l’anno precedente, coprendo il 61,3% della produzione di rifiuti di tutta Italia. Guardando al lungo periodo, vediamo che dal 2008 la raccolta differenziata è raddoppiata, passando da circa 9,9 milioni di tonnellate a 18,5 milioni di tonnellate
- Altra ottima notizia è il fatto che il Sud supera per la prima volta il 50% di raccolta differenziata, continuando a registrare il trend di crescita degli ultimi anni, con un aumento del 4,5%. Registriamo i maggiori incrementi in Molise (+12%) e Sicilia (+9%), seguite dalla Sardegna (+6,3%), dalla Puglia (+5,2%) e dall’Abruzzo (+ 3,1%)
- Rispetto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata fissato nel 2012 dalla normativa, lo superano ben 8 regioni: Veneto (74,7%), Sardegna (73,3%), Trentino-Alto Adige (73,1%), Lombardia (72%), Emilia-Romagna (70,6%), Marche (70,3%), Friuli-Venezia Giulia (67,2%) e Umbria (66,1%)
- È interessante anche sapere che ben il 50% dei rifiuti raccolti tramite la differenziata è inviato agli impianti di recupero, riguardando le frazioni di organico, carta, vetro, metallo, plastica e legno
- Tuttavia, il 18% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito (oltre 5,5 milioni di tonnellate), con un aumento dell’1,4% rispetto al 2018. Dei 37 impianti operativi, il 70,3% si trova al Nord, con prevalenza in Lombardia e in Emilia-Romagna
Come mai questo divario così evidente tra Nord e Sud Italia, anche se in via di diminuzione? The Post Internazionale prova a spiegarlo evidenziando come alcuni aspetti sul grado di soddisfazione sembrano influire sul comportamento delle persone: nelle regioni che differenziano di più c’è maggiore soddisfazione sull’orario di ritiro, maggiore certezza che i rifiuti vengano poi riciclati e maggiore apprezzamento dell’informazione e assistenza ricevute. Come dire, altrimenti, che più i cittadini si sentono coinvolti e vedono gli effettivi risultati, più saranno disposti a fare lo sforzo della differenziazione.
Proviamo ad approfondire
Quali sono i vantaggi della raccolta differenziata?
Ma quindi, stiamo raggiungendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile?
A livello europeo, secondo i dati presentati nel Rapporto ASviS 2020 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, l’Italia si colloca al secondo posto dopo l’Olanda nel perseguire gli obiettivi del Goal 12, cioè quello dedicato a sostenibilità di produzione e consumo.
Il Rapporto, presentato l’8 ottobre in occasione dell’evento di chiusura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, è stilato annualmente per valutare i progressi rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030 e per quest’anno evidenzia ottimi progressi:
- l’indicatore composito relativo al Goal 12 è aumentato significativamente tra il 2010 e il 2019 grazie al miglioramento di tutti gli indicatori elementari
- progressi importanti riguardano l’indice di circolarità della materia e la percentuale di riciclo dei rifiuti, che con un valore di 49,8% si avvicina al target europeo per il 2020 (50%)
- in più, il consumo materiale interno per unità di Pil è in costante diminuzione (-27,5% rispetto al 2010)
Dobbiamo anche pensare che nel 2020 a causa della grave diminuzione del PIL dovuto alla pandemia, si è verificato un decremento della produzione di rifiuti urbani, il che molto probabilmente determinerà un miglioramento dell’indicatore riferito a questo Goal nella misurazione del prossimo anno.
In sostanza, quindi, possiamo dire che sì, rispetto la produzione dei rifiuti e la loro immissione nel ciclo di utilizzo, l’Italia si sta avvicinando agli obiettivi dell’agenda 2030: per questo continua a essere fondamentale l’impegno e la costanza di tutti nelle piccole azioni quotidiane, avendo la consapevolezza positiva del risultato che tutti insieme stiamo ottenendo.