L’ultimo rapporto ONU sui cambiamenti climatici è uno dei temi caldi delle scorse settimane: purtroppo, infatti, conferma tutti i nostri timori su quanto le attività umane influiscano sul cambiamento del clima (molto) e sullo spazio di manovra (limitato) che ci resta per disinnescare un cambiamento definitivo e dalle conseguenze devastanti per il pianeta e la nostra vita quotidiana. Leggere un rapporto così tecnico non è semplice, quindi abbiamo sintetizzato qui i 3 punti principali, evidenziando gli aspetti più importanti per tutti noi.
Il rapporto ONU cambiamenti climatici è un «allarme rosso per l’umanità»
Redatto dall’IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change dell’ONU, il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, questo rapporto è il sesto Assessment Report (AR6), ma è il primo ad essere così dettagliato, perché è basato sull’analisi di più di 14mila articoli scientifici da parte di oltre 200 scienziati di tutto il mondo.
Proprio per questo le osservazioni qui contenute sono così importanti: conferma che sono le attività umane ad aver provocato un aumento medio delle temperature globali di 1,1°C rispetto al periodo precedente alla rivoluzione industriale e, come ha detto António Guterres, il segretario generale dell’ONU, costituisce un «allarme rosso per l’umanità», l’ultimo invito ad agire in maniera radicale sul clima.
1. Alcuni cambiamenti sono già irreversibili
Prima le notizie cattive: il report ci dice che molti dei cambiamenti climatici osservati non hanno precedenti in migliaia che alcuni dei cambiamenti già in atto, come il continuo innalzamento del livello del mare, sono irreversibili nell’orizzonte di centinaia o migliaia di anni.
I dati parlano chiaro: ad esempio, le concentrazioni di CO2 registrate nell'atmosfera nel 2019 sono state le più alte degli ultimi 2 milioni di anni, quelle dei gas serra le più elevate degli ultimi 800mila anni.
Il cambiamento climatico è reale
Non lasciamoci sviare dalle fake news
2. Il riscaldamento globale è già al limite ed è colpa nostra
Non solo l'aumento di temperatura della Terra registrato negli ultimi 50anni è stato il più repentino degli ultimi 2.000 anni, ma questo cambiamento è colpa nostra: il report infatti dimostra che le attività umane sono responsabili dell’aumento di circa 1,1 °C dal 1850-1900 ed evidenzia come nei prossimi 20 anni il riscaldamento globale dovrebbe raggiungere o, addirittura, superare gli 1,5 °C di aumento.
Il dato peggiore, però, è il fatto che non è detto che limitare il riscaldamento a circa 1,5 °C o anche 2 °C sia alla nostra portata: potremo riuscirci solo mettendo in campo riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas a effetto serra, quindi con un impegno attivo importante e condiviso tra tutte le nazioni.
3. Gli eventi estremi si susseguiranno sempre più spesso
Il riscaldamento globale e il cambiamento climatico non hanno conseguenze soltanto sulla nostra percezione del calore – fatto che già crea problemi alla salute delle persone, come con il picco di 48,8 °C registrato qualche settimana fa nel siracusano – ma innescano meccanismi che portano al verificarsi di eventi estremi sempre più spesso:
- Il cambiamento climatico sta intensificando il ciclo dell'acqua, cosa che comporta sia precipitazioni più intense in certe regioni, con annesse inondazioni, sia siccità più intensa in altri luoghi
- il livello del mare continuerà ad alzarsi per tutto il XXI secolo, portando grosse problematiche per le zone costiere che dovranno fronteggiare inondazioni e l'erosione delle coste
- lo scioglimento dei ghiacciai proseguirà in maniera inesorabile, portando allo scioglimento del permafrost e alla perdita delle nevi perenni
- gli oceani subiranno un gran numero di sconvolgimenti, a partire dal riscaldamento, le ondate di calore, l'acidificazione delle acque fino alla riduzione dei livelli di ossigeno. Questi cambiamenti, ancora una volta provocati dall’uomo, non impattano solo sugli ecosistemi marini, ma anche su noi stessi: meno ossigeno nelle acque significa minore sopravvivenza per i pesci, quindi meno possibilità per i pescatori e tutto il settore collegato
Ormai riguarda anche l’Italia
Dobbiamo agire subito: abbiamo ancora una possibilità
Dopo tutte queste notizie negative, il rapporto ci consente di avere ancora speranza per il futuro: le nostre azioni hanno ancora il potenziale per determinare il futuro corso del clima, anche se queste dovranno essere radicali e immediate. Comprendendo infatti come l'anidride carbonica (CO2) sia il motore principale del cambiamento climatico, anche se questo è influenzato dagli altri gas a effetto serra e inquinanti atmosferici, sappiamo che dobbiamo agire per ridurle sensibilmente per ottenere qualche effetto positivo.
Dobbiamo però muoverci rapidamente e con grande efficacia perché, se i benefici per la qualità dell'aria si vedranno rapidamente con tutta probabilità, per vedere le temperature globali stabilizzarsi potrebbero volerci anche 20-30 anni.
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