Lo scorso marzo è stata finalmente approvata in via definitiva al Senato le legge per l’agricoltura biologica: in Italia era dal 2007 che se ne parlava, tra disegni di legge rivisti e polemiche, come quella sul biodinamico, finalmente sopite. L’Italia, infatti, è uno dei paesi in cui l’agricoltura biologica è più diffusa e avanzata, tanto che una normativa era sempre più sentita come un bisogno non più posticipabile, sia per tutelare la produzione che per promuoverla.
Ecco allora che, con un piano d’azione nazionale, il tavolo tecnico e la nascita di un marchio dedicato, l’agricoltura biologica trova il suo spazio.
L’agricoltura biologica in Italia ha finalmente una normativa di riferimento
«Una giornata storica» ha commentato il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura Francesco Battistoni: «Con l’approvazione della legge saremo in grado di dare un ulteriore impulso al comparto grazie alle novità introdotte, come il marchio biologico, la definizione giuridica dei distretti bio e la legge delega al Governo per la revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli».
Cosa prevede, più nel concreto, la normativa riguardo l’agricoltura biologica?
- Fondamentale novità è la nascita del marchio biologico italiano con cui identificare i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana
- Viene istituito il Tavolo tecnico per la produzione biologica, con il compito di definire le priorità per il Piano d'azione nazionale per l'agricoltura biologica, esprimere pareri sui provvedimenti di carattere nazionale ed europeo, ma anche proporre attività di promozione o individuare strategie per favorire la conversione delle aziende convenzionali al biologico
- Il Piano d'azione nazionale per l'agricoltura biologica si pone degli obiettivi ambiziosi volti a diffondere l’impiego di questa modalità di coltivazione, sia agevolando la conversione di imprese convenzionali, sia sostenendo la creazione di associazioni per rafforzare la filiera del biologico; ancora, è previsto che si occupi di monitorare la situazione e, in generale, migliorarla per raggiungere l’obiettivo 12 dell’Agenda 2030, cioè realizzare un consumo e produzione responsabili
- Importantissimo è anche il fine di incentivare il consumo di prodotti biologici attraverso un lavoro di informazione ed educazione
Di più, viene istituito il Fondo per lo sviluppo della produzione biologica per supportare la realizzazione del marchio e altre attività, quali il finanziamento di programma universitari e di ricerca. È una novità importante perché è il Fondo è finanziato attraverso il contributo di aziende che vendono prodotti fitosanitari autorizzati ma considerati dannosi per l’ambiente e dei fertilizzanti da sintesi nella misura del 2% del fatturato realizzato nell’anno precedente.
Durante l'iter alla Camera, l'Aula ha accolto le perplessità espresse dagli scienziati, dubbi e critiche che avevano trovato ascolto da parte del capo dello Stato. E così dal testo è stata eliminata la tutela dell'agricoltura biodinamica, che veniva inizialmente equiparata a quella biologica.
Il mercato dell’agricoltura biologica in Italia è sempre più importante
La rilevanza del mercato del biologico nel nostro Paese è decisamente crescente e, di conseguenza, era sempre più necessario disciplinarlo: «L’Italia è seconda a livello mondiale, dietro soltanto agli Stati Uniti, per prodotti biologici esportati» continuava il sottosegretario Battistoni e, ugualmente, il presidente della Coldiretti sottolinea come la vendita di prodotti biologici prodotti in Italia nel 2021 abbia sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export.
Approfondendo, vediamo che le vendite sul mercato interno – come racconta il Sole 24 Ore – hanno raggiunto tra luglio 2020 e lo stesso mese 2021 il valore di 4,6 miliardi di euro, con una crescita del 5%. Anche l’export di prodotti bio Made in Italy totalizza una crescita del 11% rispetto allo scorso anno, per una cifra di 2,9 miliardi di euro. Di conseguenza anche i produttori, ormai più di 80mila, incrementano le superfici dedicate che sfiorano i 2 milioni di ettari (+2%). Guardando alla situazione territoriale italiana, vediamo che sono le regioni del Sud a guidare la classifica degli investimenti, con la Sicilia al primo posto (oltre 370mila ettari), seguita dalla Puglia (266mila ettari) e dalla Calabria (208mila ettari), ma sono state la Provincia di Trento e il Veneto a vantare quest’anno le crescite percentuali più rilevanti, rispettivamente del 31,3% e del 25,4%.
Insomma, il mondo del biologico è una risorsa per l’Italia e la nuova normativa più dare finalmente quell’impulso tanto atteso a un settore che può rappresentare il futuro sostenibile in agricoltura.
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