Un nuovo studio di Science certifica ciò che ormai era sotto gli occhi di tutti: i ghiacciai delle Alpi si stanno ritirando, nevica sempre meno e la vegetazione prende così sempre più spazio, risalendo verso quote più alte.
Si tratta purtroppo di una (ennesima) conseguenza del cambiamento climatico: le variazioni delle precipitazioni e l’aumento delle temperature agiscono sui periodi di vegetazione che diventano più lunghi, dando modo alle piante di colonizzare nuovi terreni sempre più in alto. Cosa comporta per noi tutto questo? Il rischio di una siccità accentuata e, in aggiunta, che capitino tragedie come quella della Marmolada.
Alpi senza neve: la linea degli alberi sale inesorabilmente
Partendo dalle immagini registrate satelliti americani Landsat per l’osservazione della Terra, un’équipe formata dalle università svizzere di Basilea e di Losanna, in collaborazione con ricercatori di Paesi Bassi e Finlandia, ha condotto una ricerca pubblicata sulla rivista Science questo giugno.
Ciò che appare dalle immagini è che i cambiamenti avvenuti – misurati per quasi 38 anni, fra il 1984 e il 2021 – stanno rivoluzionando il volto delle Alpi, rendendole sempre più povere di neve e ricche di verde. La «linea degli alberi», cioè la quota di altitudine oltre la quale la vegetazione si impoverisce, sta salendo sempre più in alto, minando gli equilibri di quell’habitat.
Le evidenze citate nello studio (e riassunte in questa notizia dell’ANSA) illustrano bene i rischi di questo cambiamento:
- negli ultimi quarant'anni, il 77% delle Alpi europee ha registrato un aumento del verde al di sopra della linea arborea
- per contro, il manto nevoso è diminuito significativamente durante questo periodo in una percentuale inferiore al 10% della zona interessata
- queste due tendenze sono solo debolmente correlate: il verde predomina nelle aree più calde, spinto dai cambiamenti climatici durante l'estate, mentre la recessione della copertura nevosa ha raggiunto il picco a temperature più fredde, guidate dai cambiamenti delle precipitazioni
Una maggior presenza vegetale potrebbe aumentare l’assorbimento del carbonio, ma purtroppo la conclusione offerta dagli studiosi è che è improbabile che ciò superi le implicazioni negative: meno neve e più verde portano alla riduzione dell'albedo (l'estensione delle aree che riflettono i raggi solari) e della disponibilità di acqua, lo scongelamento del permafrost e la perdita di habitat.
per conoscere sempre meglio questo ambiente meraviglioso
Le Alpi e lo scioglimento dei ghiacciai: la tragedia della Marmolada
Con queste premesse, è più semplice comprendere cosa sia successo alla Marmolada: nonostante fosse un evento imprevedibile, il fatto che questo inverno sia stato particolarmente mite ha creato le condizioni per il disastro.
In un’intervista della Stampa Cristian Ferrari, presidente della commissione glaciologica della Società degli Alpinisti Tridentini, spiega che: «Il ghiacciaio è spoglio, in condizioni ai primi di luglio che sono paragonabili a quelle che si riscontrano all’inizio di settembre o a settembre inoltrato». «La copertura nevosa è pari alla metà di quella scesa negli inverni precedenti - continua Ferrari - di conseguenza questa copertura nevosa, con questa primavera molto calda, va a sparire molto velocemente. Se la stagione estiva proseguirà con le temperature che stiamo vedendo in questi giorni, a settembre quando faremo le verifiche finali di regressione del ghiacciaio, probabilmente troveremo una situazione abbastanza critica».
E conclude avvertendo che «secondo alcune stime probabilmente entro il 2050 non sarà più come lo conosciamo, rimarranno soltanto alcune placche di ghiaccio nelle zone più alte protette dalle montagne attorno. Sicuramente non sarà più il ghiacciaio regina delle Dolomiti come lo conosciamo adesso».
ll ritiro dei ghiacciai è una delle manifestazioni più evidente del cambiamento climatico: ciò che desta maggior preoccupazione è la progressiva accelerazione del ritiro glaciale, che impone una revisione degli scenari climatici più ottimistici predisposti dagli scienziati. Come spiega questo articolo di Focus, infatti, «solo pochi anni fa i modelli prevedevano una vita del ghiacciaio per altri 100 o 200 anni».
Sai già cosa comporta lo scioglimento dei ghiacciai?