Quando parliamo di cambiamento climatico e riscaldamento globale subito il pensiero corre agli effetti negativi di questi fenomeni; certo, ce n’è motivo data, ad esempio, la desertificazione avanzante e le emergenze legate al clima che si susseguono una dopo l’altra, dagli uragani che colpiscono le Americhe ormai ogni estate fino agli incendi che ancora oggi stanno devastando l’Australia.
Per non rischiare di eccedere in un catastrofismo inutile – e dannoso, perché ci spinge a non agire – vogliamo concentrarci invece sulle notizie positive, raccontando di quei progetti che stanno già avendo successo, uno su tutti quello della riforestazione. Si tratta di combattere «a colpi di albero» la deforestazione che sta colpendo le zone più secche del nostro pianeta, a cominciare dall’area del Sahel in Africa (ai margini del Sahara), dai rischi che sta correndo l’Amazzonia per poi parlare anche della nostra Italia, scoprendo che già in molti si stanno dando da fare a riguardo.
Riforestazione nel mondo: Africa in primo piano
La situazione che racconta l’ONU per illustrare l’obiettivo 15 dell’agenda 2030 sulla biodiversità non è delle più rosee: le foreste coprono il 30,7% della superficie terrestre ma, attualmente, 13 milioni di ettari di foreste vengono persi ogni anno, mentre il degrado persistente delle zone aride ha portato alla desertificazione di 3,6 miliardi di ettari.
La deforestazione e la desertificazione causate dalle attività umane e dal cambiamento climatico pongono grandi sfide allo sviluppo sostenibile e hanno inciso sulla vita e sul sostentamento di milioni di persone nella lotta contro la povertà.
4 miliardi di alberi per risanare l’Etiopia
L’Etiopia, questa estate, ha annunciato un importante progetto di riforestazione. L’obiettivo è piantare circa 40 alberi per ogni abitante del Paese, che conta oltre cento milioni di abitanti: parliamo quindi di 4 miliardi di alberi. Per sostenere il costo di questa operazione – che si aggira su 550 milioni di dollari - il primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali ha organizzato una cena di gala raccogliendo circa 170mila $ donati da ciascuno dei circa 300 partecipanti, in maggioranza uomini d’affari di Addis Abeba, per un totale di circa 50milioni di dollari; l’intento è quello di raccogliere fondi all’interno dell’Etiopia, senza doversi appoggiare ad aiuti dall’estero.
La grande muraglia verde per il Sahel
Il progetto della Great Green Wall nasce dalla volontà dell’Unione Africana di dare finalmente una risposta alla desertificazione di una regione tra le più povere del mondo, il Sahel. Si tratta di quella fascia compresa tra il deserto del Sahara e la savana del Sudan che forma quasi una cintura che abbraccia tutta l’Africa: l’obiettivo è trasformarla in una grande muraglia, appunto, ripristinando il verde e, di conseguenza, consentendo alla popolazione di sostenersi, di avere condizioni di vita migliori e non essere costrette a migrare. Dopo più di 10 anni di lavoro, è stato piantato circa il 15% della muraglia, generando posti di lavoro in tutti gli stati afferenti: ad esempio, il Senegal ha piantato 12 milioni di alberi e in Nigeria sono stati creati 20mila posti di lavoro.
Progetti di riforestazione in Italia: cosa succede in casa nostra?
La tempesta dell’ottobre 2018 che si è abbattuta su Veneto e Trentino, sradicando oltre 14milioni di alberi – comprese le foreste del pregiatissimo abete rosso - distruggendo 45mila ettari di foresta, è stato un avvenimento talmente grave che lo ricordiamo tutti perfettamente, come fosse accaduto ieri. Le notizie di aria inquinata e smog ben oltre i livelli di guardia delle città si rincorrono ormai ciclicamente ogni inverno.
Insomma, anche qui c’è molto da fare: ecco qualche progetto virtuoso da ri-scoprire.
- Ancora Natura di ReteClima: si tratta di un progetto dedicato propria alla riforestazione dei terreni devastati dalla tempesta Vaia, di cui parlavamo sopra. Il progetto nasce dall’alleanza tra ReteClima e PEFC (il Programme for Endorsement of Forest Certification è un’organizzazione internazionale non governativa istituita nel 1998 per promuovere la gestione sostenibile delle foreste) per ricreare le foreste che saranno gestite in maniera sostenibile: tutti potranno donare, dai privati alle aziende che si potranno fregiare dell’etichetta di sostenitori
- Reforest Matera: questo progetto è nato nel 2019, l’anno in cui Matera è stata capitale europea della cultura, a partire dall’ispirazione di Pietro Franco, un giovane trentenne dottorato in Biologia Marina, che aveva lasciato Matera per cercare condizioni migliori altrove. Lo stesso background unisce il gruppo di ragazzi che con lui hanno creato l’associazione Roccia Viva: insieme vogliono recuperare la loro identità creandosi quell’opportunità che cercavano altrove, ripartendo dalla terra. Così hanno lanciato una campagna di crowdfunding per sostenere il progetto pilota dell’associazione, la riforestazione di un terreno di 5 ettari alle porte di Matera
- ForestaMi: piantare 3 milioni di nuovi alberi entro il 2030, ecco la sfida che il Comune di Milano ha fatto sua con il progetto ForestaMi, anche in questo caso su stimolo dell’agenda 2030. Responsabile scientifico è niente meno che l’archistar Stefano Boeri (sì, quello del Bosco Verticale), promotore di un nuovo modo di pensare l’architettura urbana, che deve includere il verde già nella progettualità e non pensarla come scenografia ai margini della città.
Anche noi di ABenergie siamo orgogliosi di prendere parte alla riforestazione con Penso in Verde - Alberi in città, il nostro progetto dedicato all’Italia, reso possibile dalla collaborazione con Rete Clima: sono piccoli passi rispetto questi grandi progetti nazionali e internazionali, ma siamo convinti che il poco di tutti possa significare un grande impegno collettivo.
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