Il 20 luglio si celebra un anniversario davvero unico: alle 22.17 di quel giorno del 1969 l'astronauta americano Neil Armstrong diventava il primo uomo sulla Luna.
Oggi lo Spazio non è più luogo di scontro tra superpotenze – erano Russia e Stati Uniti – ma è diventato obiettivo commerciale e turistico: sono sempre di più i privati che si stanno avventurando nel turismo spaziale, come Richard Branson, CEO di Virgin, e Jeff Bezos, fondatore di Amazon, che con le loro Vss Unity e la società Blue Origin stanno cercando di rendere lo spazio a portata di mano (o di portafoglio).
Tuttavia, uno dei risvolti più pratici e interessanti dei viaggi spaziali per tutti noi che osserviamo dalla Terra, sono gli studi sul corpo umano nello spazio.
Corpo umano nello spazio: come dorme un astronauta?
Gli astronauti fluttuano nella stazione spaziale in una situazione di relativa assenza di gravità: la ISS (International Space Station) è in orbita attorno la Terra e, come tale, risulta essere un corpo in caduta libera che non raggiunge mai il termine della sua corsa. Questa situazione è perfetta per studiare i cambiamenti a livello fisico che influiscono sulla salute, trovando nuove soluzioni a vecchi problemi.
Ad esempio, l’annoso problema di insonnia, che affligge una grande fetta della popolazione mondiale, viene studiato alla luce di come si comporta un corpo nello spazio.
Ogni giorno l’equipaggio della ISS vede 16 albe e 16 tramonti: per garantirgli un normale ritmo sonno-veglia, come leggiamo in questo articolo di Focus, gli esperti hanno studiato una sequenza di attività che scandiscono una giornata “terrestre” di 24 ore per creare una routine quotidiana. «Pasti, attività sportive, riunioni e chiamate alla famiglia avvengono in orari prestabiliti; 10 ore sono destinate al lavoro, 8 al sonno. Il sabato è dedicato a pulizia e manutenzione, la domenica al riposo. I ritmi serrati riducono al minimo la necessità di aiuti chimici come la melatonina, ormone che regola i ritmi circadiani, o i farmaci tranquillanti, che rischierebbero di compromettere la reattività dei cosmonauti».
Il corpo umano nello spazio: si russa di più o di meno?
Un altro studio molto interessante si occupa di cosa succede al corpo umano nello spazio durante il sonno: il National Institute of Health americano ha condotto una ricerca sul russamento coinvolgendo cinque astronauti in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale. Gli astronauti sono stati monitorati prima, durante e dopo la loro permanenza in orbita: in tutti i soggetti analizzati, la roncopatia normalmente presente sulla Terra è quasi scomparsa nello Spazio, per poi tornare a livelli simili ai precedenti una volta rientrati sul nostro pianeta.
L’interesse di questa ricerca sta nella dimostrazione del fatto che la gravità gioca un ruolo fondamentale nel generare apnee, ipopnee e problemi di russamento: probabilmente, infatti, si inizia a russare quando la forza di gravità spinge nella parte posteriore del cavo orale la lingua e i tessuti molli della bocca, che vanno a interferire con il passaggio dell'aria nell'esofago. In condizioni di microgravità, invece, la lingua e la mascella restano sospese, anziché rilassarsi verso la gola.
Lo Spazio, insomma, oltre che essere un luogo affascinante, è fonte di ricerca continua, anche sulla salute dell’uomo: continuare la ricerca sulla ISS ci potrà dire ancora molto su di noi.
quando la tecnologia è affascinante