Ingredienti naturali, packaging sostenibile o riciclabile, attenzione per tutta la filiera produttiva: le aziende del mondo beauty sono sempre più orientate verso la produzione di cosmetici sostenibili, pensati per intercettare le nuove esigenze dei clienti e, insieme, migliorare l’impatto ambientale di uno dei comparti più importanti della produzione italiana.
La bellezza sostenibile sembra insomma essere una delle chiavi del futuro: quali innovazioni ci aspettano e qual è la situazione attuale?
Cosmesi sostenibile: sta prendendo forma il futuro della bellezza green
La domanda di prodotti con ingredienti naturali e orientati alla sostenibilità ambientale è un trend in costante crescita nel mondo della cosmesi, così come in altri comparti: leggendo l’indagine congiunturale di Cosmetica Italia (cioè l’associazione nazionale delle imprese cosmetiche) presentata a febbraio 2021, abbiamo conferma di quanto la bellezza sostenibile sia il trend del prossimo futuro.
Ancora non esiste una normativa che definisca chiaramente cos’è un cosmetico sostenibile o un prodotto naturale, perciò l’ente comprende il più ampio panorama di prodotti cosmetici naturali e sostenibili, arrivando a stimare il loro valore complessivo in 1˙654 milioni di euro, che comparati al dato del fatturato generale di 6˙367 milioni di euro, mostra tutta la potenzialità della cosmesi sostenibile.
L’indagine approfondisce anche alcuni aspetti legati a questo mercato:
- Osservando i canali di vendita, il 44,7% dei cosmetici a connotazione naturale e sostenibile è da attribuire al mass market; seguono i saloni professionali di acconciatura ed estetica (18,7%) e la profumeria (11,2%). Significativo anche il peso delle vendite dirette (e-commerce, porta a porta e per corrispondenza) che rappresentano ben il 10,3%
- Tra le famiglie merceologiche, sono i prodotti per i capelli a ricoprire più di un terzo del fatturato (33,1%) dei cosmetici sostenibili, seguiti dalla cura pelle (30,6%) e dal make-up (23,2%)
Bellezza sostenibile: definizioni e regole sono ancora troppo fumose
Il settore della cosmetica sostenibile soffre ancora di una scarsa regolamentazione, ma anche della difficile definizione di sostenibilità, perché la filiera e la vita stessa del prodotto comportano un continuo uso delle risorse.
Non era facile immaginare, infatti, come il consumo maggiore di energia e risorse avvenga durante l’utilizzo dei cosmetici: secondo una ricerca effettuata da Quantis per conto ancora di Cosmetica Italia e riportata dal Sole 24 Ore, i contenitori che non permettono il giusto dosaggio o i prodotti che richiedono molta acqua per risciacquarsi sono responsabili di ben il 40% delle emissione di gas serra del settore. Anche altri fattori incidono, naturalmente: il packaging conta il 20% delle emissioni, invece estrazione delle materie e trasporto impattano entrambe per il 10%.
Creare prodotti con solide performance ambientali, insomma, non è una questione semplice: la sostenibilità deve entrare in ogni fase, dalla formulazione all’uso del prodotto passando per la distribuzione, senza cadere nelle facili trappole del greenwashing o nel rincorrere l’impiego di prodotti naturali se poi questi causano un maggiore uso di energia e risorse degli equivalenti sintetici.
Un primo punto sugli obiettivi a breve termine - dal punto di vista della formulazione dei prodotti - è quello offerto da Salvatore d’Acunto, Responsabile Consumer Industry Unit per la Commissione Europea, che in un’intervista realizzata da Cosmoprof traccia la strada disegnata dalla Commissione:
«Ci sono alcune azioni che influenzeranno il modo in cui i produttori di cosmetici immettono i prodotti sul mercato:
- Vietare le sostanze chimiche più dannose (come gli interferenti endocrini) nei prodotti di consumo, compresi i cosmetici, consentendone l'uso solo dove essenziale
- Tenere conto dell'effetto cocktail delle sostanze chimiche (ad es. esposizione aggregata) nella valutazione dei rischi derivanti dalle sostanze chimiche
- Eliminazione graduale dei PFAS (sostanze per - e poli- fluoroalchiliche) a meno che il loro uso non sia essenziale
- Stabilire un processo più semplice "una sostanza, una valutazione" per la valutazione dei rischi e dei pericoli delle sostanze chimiche
[…] Contributi significativi alla neutralità climatica, ancora, possono essere ottenuti attraverso l'uso di fonti sostenibili da materie prime naturali, riducendo gli impatti a livello di produzione, utilizzando imballaggi riciclati e riciclabili, riducendo l'uso di plastica, ecc.»
La sostenibilità, infatti, è un concetto ampio: il packaging e le modalità di trasporto diventano questioni da quantificare nella vita del prodotto, così come l’impiego di chi lo usa deve essere considerato, ma non solo; ciascun prodotto, poi, deve essere formulato nel migliore dei modi affinché non solo ciò che contiene sia sostenibile per l’ambiente rispetto la produzione, ma anche per la salute di chi lo dovrà utilizzare.
Con packaging sostenibile e shampoo solido
Le aziende danno vita al cambiamento