Rispettare l’ambiente non deve essere per forza una costrizione, un insieme di pratiche che comportano solo impegno o qualcosa da vivere come una missione: assumere comportamenti sostenibili, anzi, è un bene per noi prima ancora che per l’ambiente.
Ad esempio, scegliere di fare una spesa sostenibile è una idea interessante perché consente, per prima cosa, di acquistare prodotti di cui conosciamo la provenienza, sono di ottima qualità e il loro prezzo non è composto dai ricavi di tutta la catena di distribuzione, consentendoci quindi di comprare al giusto prezzo. Ti abbiamo incuriosito? Scopri tutto riguardo a spesa a km zero, negozio leggero e filiera corta.
Spesa a km zero, filiera corta e negozio leggero: di che si tratta?
Sono tutti modi per fare una spesa sostenibile, ma si tratta di diversi approcci e filosofie: tutti, però, hanno in comune l’idea di voler offrire un’alternativa rispetto la GDO, cioè i classici supermercati.
Non si tratta, naturalmente, di demonizzare le catene – altrimenti come sarebbe possibile avere un minimarket ben rifornito anche in luoghi un po’ isolati? – ma di riflettere sul tipo di spesa che facciamo e, di conseguenza, quali pratiche sosteniamo tramite i nostri acquisti.
Forse non tutti sanno che il prezzo di ciò che compriamo al banco o in una corsia di un supermercato è composto da tutti i ricavi delle aziende che concorrono a far arrivare la singola confezione di un prodotto proprio in quella corsia: ad esempio un pomodoro deve essere raccolto, lavato, stoccato, trasportato in camion refrigerati e poi, magari, venduto all’ingrosso e da lì rivenduto al supermercato. Tutti questi passaggi contribuiscono ad allungare la filiera di vendita, generando a volte problemi per i produttori, che si trovano a ricevere guadagni irrisori a fronte di un prezzo anche alto per il mercato.
È dalla riflessione su questa catena produttiva che nascono alcuni concetti legati alla spesa sostenibile:
- Filiera corta: si intende la riduzione dei passaggi che portano dal produttore al consumatore, proponendo una tipologia di vendita diversa dalla GDO e, ad esempio tramite e-commerce, offrendo la vendita diretta o con una limitata intermediazione
- Spesa a km zero: in questo caso, invece, si tratta di ridurre al minimo la distanza fisica tra produttore e consumatore. Lo scopo qui è quello sia di non inquinare tramite il trasporto della merce e, contemporaneamente, contenere il prezzo finale
Chiaramente tra questi due approcci c’è differenza, perché filiera corta non significa comprare a km zero, dato che potremmo comprare direttamente da un produttore che sta dall’altra parte dell’Italia; ugualmente, potremmo comprare prodotti a km zero che però hanno subito numerosi passaggi nella catena di distribuzione.
I vantaggi, però, sono comuni: otterremo prodotti freschi, di stagione, valorizzando la produzione locale o nazionale e, naturalmente, abbattendo i costi.
L’idea di negozio leggero, poi, è una terza via alla spesa sostenibile: non agisce primariamente sulla catena di approvvigionamento del prodotto, ma sul modo del consumatore di fare la spesa. Si tratta, infatti, di un negozio organizzato in maniera simile a un supermercato, ma dove i prodotti vengono venduti sfusi: in questo modo è il cliente a portare i propri contenitori da casa, riutilizzandoli senza dover più gettare imballaggi in plastica o carta. Per di più, questo consente di comprare soltanto le quantità desiderate di un prodotto, evitando gli sprechi di cibo.
In che modo possiamo fare una spesa sostenibile? Le risposte di Cortilia e dell’Alveare che dice sì
Per trovare luoghi alternativi ai classici supermercati possiamo sia cercare se c’è un negozio leggero nei dintorni di casa, sia spostarci online per fare la spesa.
Negli ultimi anni, infatti, sono nate tantissime piattaforme e-commerce con lo scopo di offrire ai clienti un modo sostenibile di fare la spesa, prendendo magari spunto da realtà che già esistono sui territori (ad esempio i gruppi di acquisto) e aggiungendo la potenza della tecnologia per raggiungere sempre più persone. Tra questi, ci sono due imprese che sono sempre più famose qui in Italia:
- Cortilia: si tratta di un e-commerce di alimenti freschi a filiera corta. È presente per adesso soltanto nelle regioni del Nord Italia, ma si sta espandendo molto velocemente sul territorio grazie alle continue adesioni, favorite dalla disponibilità di un ampio catalogo e della valorizzazione del territorio
- Alveare che dice sì: è una piattaforma che riunisce un network di Alveari locali, che si gestisce autonomamente aderendo alle modalità di lavoro e ai valori proposti dall’Alveare “madre”. Ciascun Alveare sul territorio offre una propria selezione di produttori locali, che vendono così direttamente al consumatore, con l’Alveare come unico intermediario: la filiera quindi è cortissima e anche i km percorsi dai prodotti sono pochissimi, in media soltanto 61 km
Sempre più persone stanno valutando questo tipo di spesa grazie a una nuova consapevolezza dell’impatto che ciascuno di noi ha sull’ambiente, ma anche sul tipo di mondo che vogliamo: se siamo disposti a pagare il giusto prezzo, non solo avremo alimenti buoni e sicuri ma favoriremo le aziende del nostro territorio, creando un circolo virtuoso.