Dal 31 marzo, dopo oltre due anni ormai, è terminato finalmente lo stato di emergenza. Questo implica tutta una serie di conseguenze pratiche, tra cui una diversa applicazione del Green Pass, ma si riflette sulla nostra vita quotidiana anche sullo scadere dello Smart Working, che non potrà più essere così come lo abbiamo conosciuto nella fase emergenziale. Come cambierà ora l’applicazione dello Smart Working? Le aziende vorranno tornare al lavoro in presenza oppure ormai non si può più rinunciare a lavorare da remoto?
Fine dello stato di emergenza: tutto quello che dobbiamo sapere
Da questo mese torniamo a sperimentare un cambio di abitudini: la fine dello stato di emergenza, infatti, comporta anche la chiusura di alcune strutture, quali il CTS o alcuni Hub vaccinali, ma anche la revoca di molte disposizioni. Naturalmente il ministro della Salute Roberto Speranza ha tenuto a specificare in conferenza stampa che questo «non significa un liberi tutti, manteniamo comunque le dovute precauzioni e cautele perché i contagi non sono finiti» anche se, fortunatamente, i numeri delle persone ospedalizzate sono decisamente inferiori rispetto i picchi che ben ricordiamo. Vediamo i cambiamenti principali:
- chiude la struttura del Commissario straordinario Francesco Figliuolo, al cui posto sarà creata un’unità operativa ad hoc che faccia da presidio fino alla fine dell’anno e verifichi il completamento della campagna vaccinale
- anche il sistema dei “colori” delle regioni viene definitivamente abrogato
Passiamo al capitolo Green Pass, per capire con quale tipologia possiamo accedere ai vari luoghi:
- decade l'obbligo di Green Pass rafforzato sui luoghi di lavoro per gli over 50 (anche se resta la multa, dato che è legata all’obbligatorietà del vaccino)
- non è più necessario il Green Pass sui mezzi di trasporto pubblico locale, dove però resta l'obbligo di indossare le mascherine fino al 30 aprile
- negli impianti sportivi all'aperto e al chiuso la capienza torna al 100%; fino al 30 aprile è però necessario qui il Green Pass base e la mascherina FFP2
- per cinema, teatri, sale da concerto, eventi e le competizioni sportive in palestre, strutture e palazzetti al chiuso resta l'obbligo di Green Pass rafforzato fino al 30 aprile
- torna l’accesso libero, senza bisogno di mostrare alcun Green Pass, in molti luoghi come negozi, centri commerciali, uffici pubblici, banche e poste
- fino a fine aprile permane comunque l’obbligo della mascherina in tutti i luoghi al chiuso; nelle classi l’obbligo è esteso fino alla fine dell’anno scolastico
Smart Working: cosa cambia dall’1 aprile?
Da aprile ci troviamo in una fase di transizione: nonostante quanto annunciato in precedenza, permane ancora la possibilità di ricorrere allo Smart Working con un regime semplificato fino al 30 giugno, ma soltanto nel settore privato; nel settore pubblico invece si torna al lavoro in presenza nell’attesa di norme ad hoc. Sono infatti solo poche aziende ad aver predisposto gli accordi individuali da stipulare con i propri dipendenti: molte altre ancora sono in fase di discussione, sia interna con i dipendenti che esterna con i sindacati.
Ci sono infatti diversi casi da regolamentare: ci sono aziende che hanno attivato lo Smart Working solo fino al termine del 31 marzo, quando si aveva cioè la certezza di poter applicare una norma semplificata, mentre altre lo hanno attivato in maniera indeterminata, convinti quindi della bontà della pratica e pronti a portarla avanti nel tempo.
Di conseguenza, chi ha imboccato con convinzione la strada dello Smart Working deve soltanto definire gli accordi individuali con i dipendenti, mentre chi ancora si trova nel processo di valutazione deve soppesare l’utilità effettiva dello Smart Working per la sua azienda.
Quello che ormai è certo a tutti, però, è che non è probabile un ritorno al lavoro sempre in presenza come se si passasse un colpo di spugna sull’esperienza pandemica. Sia perché i lavoratori che ne hanno beneficiato finora faticherebbero a rinunciare a questa possibilità, sia perché le aziende stesse hanno potuto toccarne con mano i vantaggi, specialmente legati a una maggior produttività.
Certamente bisognerà pensare a degli accordi ad hoc – non tutte le mansioni permettono lo stesso grado di flessibilità – ma non si tratterà più dello Smart Working per come lo abbiamo vissuto ora, cioè per lo più come un lavoro da casa in un isolamento prolungato, ma già si ipotizza che la scelta prevalente sarà quella di una forma ibrida, con qualche giorno in presenza alternato a giorni in Smart Working.