Con molto meno consumo di suolo, minor utilizzo di acqua ed energia, le Vertical Farm o coltivazioni idroponiche sembrano essere il futuro dell’agricoltura sostenibile.
È davvero così? Per capirlo dobbiamo approfondire di cosa si tratta, scoprendone pro e contro e vedendo come questo modello è applicato qui in Italia.
Vertical farm: cosa sono? Scopriamo la coltivazione verticale
Il Vertical Farming è una nuova maniera di pensare la coltivazione di frutta e verdura: si tratta di una coltura detta idroponica che consiste nell’immergere le radici della pianta in una soluzione di acqua e minerali: come spiega bene il Sole 24 Ore i vantaggi immediati sono «la diminuzione fino al 90% dei consumi idrici rispetto all’agricoltura tradizionale e l’aumento della produttività fino al 20% in più. Inoltre, consente di coltivare durante tutto l’anno senza utilizzare pesticidi e fertilizzanti». Questo nuovo metodo ci permetterebbe quindi di prescindere addirittura dalla stagionalità del prodotto, rendendo disponibili pomodori e fragole in qualsiasi momento sulle nostre tavole.
Sembra un metodo di coltivazione affascinante e maggiormente sostenibile dell’agricoltura tradizionale: allora perché non tutti corrono a implementare questo sistema?
Innanzitutto, è necessario disporre di un ambiente chiuso, completamente controllato, indipendente dall’esterno per umidità, luce, ossigenazione e temperatura; per rendere le colture redditizie, poi, è bene che il luogo scelto sia abbastanza grande da poter ospitare una produzione su larga scala. Si intuisce allora qual è il lato negativo delle Vertical Farm: il costo elevato di produzione e l’investimento iniziale consistente che ovviamente si riflette sul prezzo esposto ai consumatori.
Ancora, questo tipo di coltivazione si può utilizzare per una varietà limitata di specie vegetali, come piccoli ortaggi a foglia verde, erbe aromatiche e piccoli frutti, ma attualmente non per cereali e legumi, che sono il grosso della produzione agricola perché alla base dell’alimentazione di tutto il mondo.
È vero, comunque, che si tratta di un settore in continua crescita, come riporta ancora l’articolo del Sole: «recenti ricerche a livello internazionale hanno evidenziato come il settore presenti tassi di crescita superiori al 20% medio annuo fino al 2026. Secondo le stime, inoltre, il mercato agricolo verticale mondiale raggiungerà i 9,9 miliardi di dollari entro il 2025 (nel 2015 era pari a 1,2 miliardi di dollari)».
Le Vertical Farm in Italia: il caso Planet Farms a Milano
A Cavenago, paese della Brianza alle porte di Milano, trova spazio la Vertical Farm più grande d’Europa, Planet Farms: è una struttura di oltre 9mila metri quadrati progettata per produrre insalata in foglia ed erbe aromatiche. All’interno dello stabilimento viene riprodotta la filiera nella sua totalità: entra un seme ed esce un prodotto confezionato. I due fondatori, Luca Travaglini e Daniele Benatoff, hanno già in programma per il futuro prossimo la costruzione di altri cinque stabilimenti in diversi Paesi Europei. Il successo sembra già arridere a questa start-up, perché nel 2020 Planet Farms è stata insignita da Confagricoltura del Premio Nazionale per l’Innovazione in Agricoltura.
Certamente Planet Farms è la Vertical Farm più famosa in Italia, complice il fatto che i suoi prodotti sono commercializzati da un colosso come Esselunga, ma contiamo altri impianti di Vertical Farming: Agricooltur, Fattoria di Pol e FruitHydroSinni, che propone ortaggi e frutta senza nichel e istamina, e ancora Agricola Moderna e Zero Farms sono solo alcune delle realtà sul territorio e sempre più se ne stanno sviluppando.
Il Vertical Farming e la coltivazione idroponica, insomma, rispondono già ad alcuni problemi ambientali, come lo spreco di acqua e di suolo, ma non sono ancora metodi utilizzabili in larga scala - tanto da rimpiazzare i metodi tradizionali, per capirci - sia per i problemi legati ai costi e all’energia utilizzata, sia perché ancora la ricerca deve progredire per includere nuovi tipi di colture. Certamente questa innovazione è interessante e sta già tracciando la strada degli sviluppi futuri dell’agricoltura.
A proposito di coltivazioni, sai che c’è
una nuova legge sull’agricoltura biologica?