Ritornare a scuola dopo le vacanze quest’anno non sarà come le altre volte: dopo mesi e mesi di didattica a distanza – per i più fortunati – o di deserto educativo – per molti, purtroppo – l’inizio della scuola a settembre è un momento attesissimo. Certo, ci saranno regole da rispettare e rimane una componente di rischio, ma finalmente i ragazzi potranno riprendere le lezioni, senza perdere ulteriore tempo prezioso.
Le regole per il ritorno a scuola dopo le vacanze estive
Come dicevamo, per il rientro di questo settembre ci saranno delle regole da rispettare.
Iniziamo con il calendario:
- il 14 settembre è la data ufficiale di avvio della scuola nella maggior parte delle regioni, ma in Abruzzo, Basilicata, Calabria e Puglia l’inizio è posticipato al 24 settembre, il Friuli-Venezia Giulia al 16 e la Sardegna al 22 settembre
- il 1° settembre, invece, sono iniziati i corsi di recupero
- il 20 settembre, poi, ci sarà il primo stop per le elezioni regionali e il referendum – anche se in molte città si sta cercando di spostare le sedi elettorali - e due settimane dopo ci si fermerà ancora per i ballottaggi delle comunali
Per quanto riguarda le prescrizioni, gli ultimi accordi sono in via di definizione, ma ciò che è chiaro fino adesso è che:
- in classe, tramite l’utilizzo di banchi singoli, dovrebbe essere garantita la distanza interpersonale di un metro
- l’uso delle mascherine, sebbene ancora in discussione, per adesso è previsto per i bambini sopra i 6 anni (esentando inoltre gli studenti con disabilità incompatibili con l’uso della mascherina) solo per l’arrivo, uscita e gli spostamenti a scuola. Una volta seduti al banco – e quindi distanziati – potranno toglierla. Per gli studenti delle superiori, invece, è richiesto che la indossino sempre
- i genitori dovranno misurare la temperatura a casa, che non dovrà essere superiore a 37,5°C: in caso di febbre o di sintomi simili al Covid (quindi anche un semplice raffreddore) lo studente dovrà restare a casa
- in questi giorni, poi, sta terminando il periodo di test sierologici volontari per il personale scolastico, in modo da capire quanta popolazione sia stata a contatto con il virus e cercare di minimizzare il rischio di contagio
- i bus potranno essere pieni fino l’80% e al massimo per 15 minuti a capienza intera. Insomma, alcuni aspetti sono ancora da approfondire, come la questione delle cattedre scoperte e di chi sarà interessato dalla quarantena, ma c’è la chiara volontà di aprire le scuole il 14 settembre come da programma.
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Il Covid e la scuola: proporre nuove riflessioni, imparando a rispettare l’ambiente
In quante scuole si parla già di educazione ambientale? Troppo poche, in attesa ancora dell’attuazione del Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare siglato ormai due anni fa, nel dicembre 2018: i ministri Bussetti e Costa hanno dato avvio a un percorso che si preannuncia lungo ma ormai finalmente avviato, mettendo sul tavolo 1,3 mln di euro per rendere strutturali i percorsi di educazione ambientale nelle scuole.
Ma perché è così importante? Perché “sottrarre ore” preziose ad altre materie per questo tipo di insegnamento? La sostenibilità è il tema non più del futuro, ma del nostro presente: conoscere l’ambiente è la base necessaria per proteggerlo, per creare nuove opportunità di sviluppo e, in definitiva, per rendere realtà il mondo che oggi sogniamo.
Parlarne a scuola significa quindi dare a questo tema la dignità che merita, dando solide basi scientifiche alle discussioni sui cambiamenti climatici e su ciò che comportano per l’uomo, in modo che ogni ragazzo possa farsi un’opinione critica e partecipare, da grande, al dibattito pubblico con cognizione di causa.
Ecco perché, in questo senso, dalla pandemia che ci ha segnato così profondamente può nascere anche uno stimolo positivo, invitandoci a ripensare quale tipo di futuro e di pianeta vogliamo consegnare ai nostri figli, facendo in modo che abbiano come bagaglio le nostre conoscenze più solide.
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