È appena finita la Fashion Revolution Week 2021: ne avete sentito parlare? Quest’anno, dopo otto anni dalla sua istituzione, questa giornata ha ricevuto finalmente una certa eco e un po’ dell’attenzione che merita, anche se ancora non tutti sanno di che si tratta.
In poche parole, la Fashion Revolution è un movimento che vuole puntare i riflettori sui danni che la moda fa all’ambiente in modo che tutti ne possano prendere coscienza e cambiare i propri comportamenti, a partire da noi consumatori fino alle figure più importanti dei vari brand di moda.
L’impatto della moda sull’ambiente: perché ce ne dobbiamo preoccupare?
La preoccupazione legata al mondo della moda e, in particolare, a quello della fast fashion è generata dall’acquisto compulsivo di nuovi vestiti e da ciò che questo comporta: per soddisfare una domanda così elevata e – soprattutto – a prezzi così bassi, la qualità degli indumenti è necessariamente più bassa, la creazione di questi capi viene demandata all’estero in nazioni dove la manodopera è a basso costo e le norme per tutelare l'ambiente sono meno stringenti: in questo modo per produrre un capo si potrà usare un colorante meno tollerabile per la pelle perché consentito e ugualmente alcuni filtri per le acque che vengono rilasciate nei fiumi potranno non essere montati.
Oltre al fatto che così i lavoratori delle fabbriche tessili sono sfruttate con modalità molto simili alla schiavitù, anche per noi lontani kilometri questi fatti sono un grosso problema: se anche volessimo tralasciare l’etica (ma non vogliamo, è forse giusto sfruttare il lavoro di qualcuno per poter comprare una maglia a 3€ che metterò se va bene qualche mese?), dobbiamo fare attenzione al fatto che l’inquinamento prodotto in quei territori si riflette anche su di noi e che le condizioni create per quei lavoratori minano irrimediabilmente anche quelle dei lavoratori del nostro paese, che ne subiscono la concorrenza.
Certo, non vogliamo demonizzare la moda, anche perché è uno dei pilastri dell’economia italiana e ci sono moltissime aziende che rispettano gli standard etici con impegno, ma ciò che ci preme far notare è che il problema è globale perché riguarda tutta la filiera, e spesso quest’ultima è difficile da monitorare.
Marina Spadafora – madrina di Fashion Revolution Italia - in un’intervista su Lifegate per presentare il nuovo libro del 2020, riassume in poche parole questi concetti, illuminandoci sul concetto di moda sostenibile: «Dobbiamo inventare un metodo che rispetti Pianeta, persone e che faccia profitto, perché nessuno parla di charity. Il tessile nel mondo oggi dà lavoro a più di 300 milioni di persone, la moda a 70 milioni. Noi produciamo 156 miliardi di abiti all’anno. Bisogna fermarsi e capire come vogliamo proseguire, perché stiamo utilizzando le risorse non rinnovabili del Pianeta. Le finiamo entro luglio ormai. È come se pensassimo di avere non so quanti pianeti a disposizione ma non è così. Dobbiamo darci una regolata.»
Moda e ambiente: capiamo l’impatto ambientale con numeri alla mano
Partiamo con i dati che fornisce il Parlamento Europeo riguardo l’intero settore del tessile:
- Per produrre una singola maglietta vengono utilizzati 2700 litri d’acqua, quantità che sarebbe sufficiente per i bisogni di una persona per 2 anni e mezzo
- L’impatto ambientale riguarda anche il lavaggio degli indumenti sintetici, che causa il 35% del rilascio di microplastiche primarie nell'ambiente. Un singolo lavaggio in lavatrice di abbigliamento in poliestere può comportare il rilascio di 700.000 fibre di microplastica, che poi possono finire nella catena alimentare e, di conseguenza, nel nostro piatto
Anche il programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) evidenzia dei dati che, purtroppo, sono tutt’altro che rincuoranti:
- L’industria della moda è responsabile per il 20% dello spreco d’acqua a livello globale
- Genera il 10% delle emissioni mondiali di anidride carbonica
Ma qualcosa sta iniziando a cambiare: anche grazie allo stimolo del Green Deal e, in generale, dando seguito alla nuova grande attenzione per il clima, a febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050, includendo norme più severe sul riciclo e obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e l’impronta ecologica dei materiali.
Molto rilevanti per questo settore sono le nuove misure richieste contro la dispersione delle microfibre nell'ambiente e standard più severi per il consumo dell’acqua.
Scopri a che punto è la moda sostenibile
Il ruolo della Fashion Revolution: cosa stanno facendo per rendere la moda sostenibile?
Il tema di quest’anno è «Rights, Relationships and Revolution» (cioè diritti, relazioni e rivoluzione): ciò che si vuole evidenziare in questa edizione è che i diritti umani e quelli della natura sono connessi e interdipendenti, perciò non possiamo fare a meno di agire per garantire a noi stessi un ambiente di vita sano e, quindi, un pianeta sano.
La sollecitazione è ovviamente verso ciascuno di noi, ma come recita il manifesto della Fashion Revolution 2021, è necessario che i brand della moda cambino i rapporti tra loro, sostituendo la concorrenza con la collaborazione per risolvere le grandi sfide che il settore deve affrontare, ma anche verso i propri fornitori, in modo che i diritti delle persone e i diritti della natura siano rispettati lungo tutta la filiera.
È proprio qui, come dicevamo all’inizio, che si trovano i nodi principali: solo tramite la trasparenza dell’intera filiera possiamo capire se quello che indossiamo è davvero sostenibile e etico; più l’indagine lungo la catena produttiva arriva in profondità, più infatti possiamo vedere in quali condizioni lavorano le persone coinvolte.
Lo scopo delle manifestazioni di quest’anno, come sempre del resto, è generare maggiore divulgazione, portando così a una consapevolezza diffusa e fare così in modo che i marchi riconoscano le loro responsabilità. E tu, hai mai pensato a come poter agire?
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