Chi di noi non ha sentito parlare di fusione nucleare nell’ultimo periodo? Pensiamo nessuno, o quasi. Tuttavia, forse non è stata evidenziata la rilevanza della notizia quanto era dovuto oppure, più semplicemente, non si ha ben chiara la differenza tra fusione e fissione nucleare.
Scopriamo insieme perché queste ultime notizie sul nucleare sono una svolta storica e potrebbero cambiare le carte in tavola nel mondo energetico.
La notizia: la fusione nucleare è finalmente realtà
Il 13 dicembre scorso gli Usa hanno annunciato una “svolta storica” sulla fusione nucleare: per la prima volta nella storia una reazione nucleare genera più energia di quella necessaria per innescarla.
Tanto è importante questa notizia che già nei giorni precedenti l’annuncio ufficiale se ne parlava sui quotidiani di tutto il mondo: la fusione nucleare era stata sempre vista un po’ come il “Santo Graal” dell'energia pulita, dato che si tratterebbe potenzialmente di energia illimitata, pulita e a basso costo che in un solo colpo potrebbe consentire di ridurre l'inquinamento, frenare il cambiamento climatico, garantire lo sviluppo dei Paesi più poveri – insomma, non certo conseguenze da poco.
C’è anche una questione di orgoglio e primato tecnologico in questa scoperta: la svolta conferma infatti il primato degli Usa nella ricerca scientifica ottenuto grazie anche ad investimenti pubblici e privati senza pari nel mondo, compreso il maxi pacchetto di aiuti per la green economy della recente legge varata dall'amministrazione Biden.
Sai già tutto dell’energia nucleare?
Fissione e fusione nucleare: cosa cambia?
Si tratta di due processi opposti a livello concettuale: la fissione nucleare – che è quella finora utilizzata nelle centrali nucleari – ottiene energia grazie alla scissione di un nucleo pesante in due più leggeri, reazione che libera una gran quantità di energia; la fusione nucleare, invece, produce energia combinando due nuclei leggeri in un nucleo pesante, riproducendo il processo che avviene nelle stelle e nel Sole.
Qui però sta la difficoltà: come leggiamo sul sito del Ministero dell’Ambiente, «i due nuclei possono fondersi solo a distanze molto brevi, affinché questo accada è necessario che la velocità con cui si urtano sia molto alta: la loro energia cinetica (e quindi la temperatura) deve essere molto elevata. Per ottenere in laboratorio reazioni di fusione è necessario portare una miscela di deuterio e trizio a temperature elevatissime (100 milioni di gradi) per tempi sufficientemente lunghi». Ecco perché fino adesso è stata più una chimera che una realtà, ma ora che la chiave di volta è stata trovata è solo questione di tempo – per quanto lungo – prima che questa fonte di energia diventi disponibile per tutti.
La fusione nucleare è la strada giusta per fermare il cambiamento climatico?
«Ci vorrà almeno una trentina d'anni affinché la fusione nucleare passi dall'essere una tecnologia sperimentale a una realtà, con reattori in grado di alimentare le nostre città a emissioni zero: tante le sfide tecnologiche che devono ancora essere superate, sia per la fusione a contenimento inerziale con i laser (quella che ha portato al risultato ottenuto al Lawrence Livermore National Laboratory negli Usa) sia per la fusione a confinamento magnetico (la tecnica del reattore Iter in costruzione nel sud della Francia)».
Lo spiega in un’intervista all’ANSA l'esperto di fusione nucleare Stefano Atzeni, dell'Università La Sapienza di Roma, che continua: «Fare previsioni è davvero difficile, perché siamo appena alla soglia della dimostrazione che fisicamente lo schema inerziale funziona, mentre per quello magnetico la prova l'avremo da Iter fra una quindicina di anni».
Insomma, purtroppo non è ancora il momento per smettere di applicare strategie e comportamenti attenti all’ambiente: come sottolineano gli ambientalisti, non bisogna abbandonare le rinnovabili nell’attesa della realizzazione di centrali di fusione nucleare, perché rischiano di essere pronte quando ormai il cambiamento climatico sarà ormai irreversibile.
Certo è che un nuovo futuro con energia pulita non sembra più così lontano. «Questa svolta dimostra che la necessità di continuare ad investire nella fusione nucleare è forte», ha sottolineato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. «Abbiamo bisogno di vari approcci per garantire questa energia pulita in futuro, ma questo dimostra che vale la pena intensificare il lavoro e la ricerca», ha aggiunto.
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