Una nuova centrale solare negli enormi spazi della California: questa estate è stato approvato dall’amministrazione Biden il progetto della costruzione di un nuovo impianto che sarà in grado di fornire energia per quasi 90mila case. Si chiama Crimson Solar Project ed è il nuovo ulteriore tassello della politica energetica degli Stati Uniti, facendoci ben sperare per la transizione verso l’energia verde. Gli USA, infatti, stanno adesso cambiando atteggiamento verso le rinnovabili e la riduzione delle emissioni: possiamo quindi essere ottimisti per la Cop26, iniziata giusto in questi giorni?
Il Crimson Solar Project: cosa prevede il nuovo impianto solare in California?
Si tratta di un impianto solare che coprirà ben 2.000 ettari di terreno federale ad ovest di Blythe, in California, e costerà 550 milioni di dollari per la sua realizzazione: un grosso investimento che ci dice quanto l’amministrazione Biden voglia scommettere sulle energie rinnovabili. La realizzazione di questo progetto è possibile anche grazie al Desert Renewable Energy Conservation Plan, un accordo preso all’epoca tra lo stato della California e l'amministrazione Obama che ha riservato specifiche aree per progetti eolici e solari, tra cui anche la zona in questione.
La costruzione di questo impianto solare avrà effetti positivi non soltanto verso l’ambiente, ma anche per il tessuto sociale americano, dato che si prevede comporterà la creazione di 650 posti di lavoro per la sua costruzione, aggiungendo poi altri 50 posti di lavoro per chi si occuperà della manutenzione dell’impianto, che avrà una vita stimata di 30 anni.
L’annuncio dell’avvio del Crimson Solar Project, infatti, ha coinciso con la dichiarazione del presidente americano Joe Biden di voler espandere lo sviluppo di progetti di energia rinnovabile su terreni pubblici come parte di un'agenda più ampia per combattere il cambiamento climatico e, insieme, creare posti di lavoro, invertendo così le politiche del precedente presidente Donald Trump, che puntava sulla massimizzazione dell'estrazione di combustibili fossili.
Come leggiamo sulla notizia pubblicata dall’agenzia Reuters dello scorso 3 maggio, il Segretario all'Interno Deb Haaland ha dichiarato che «progetti come questo possono contribuire a rendere l'America un leader globale nell'economia dell'energia pulita attraverso l'accelerazione dello sviluppo responsabile delle energie rinnovabili sui terreni pubblici».
Il tema dell’energia rinnovabile secondo gli Stati Uniti: pronti al cambio di passo?
A fine ottobre, prima di partire per Roma per il G20 e preparandosi quindi all’intenso periodo di incontri che anticipano la Cop26 sul clima a Glasgow, Joe Biden ha presentato al Congresso il suo nuovo piano di investimenti per il sociale e la lotta ai cambiamenti climatici – il tanto annunciato e atteso Build Back Better – pari a 1˙850 miliardi di dollari: anche si tratta di una proposta al ribasso rispetto agli annunci di inizio mandato, è importante comunque la cifra di 550 miliardi messa a budget per il capitolo clima. «L’obiettivo», ha ricordato Biden – come leggiamo su Open – «è quello di tagliare l’emissione dei gas serra entro il 2030 di oltre un miliardo di tonnellate: almeno 10 volte più grande di qualsiasi legge che il Congresso abbia mai passato». Quanto sia un tema centrale e identitario per il presidente USA, lo notiamo dal fatto che abbia legato il suo mandato al successo di questo piano, fatto che ci fa ben sperare per l’adesione degli Stati Uniti a politiche climatiche rigorose: «il nostro piano comprende storici investimenti, creerà milioni di posti di lavoro e ridurrà il deficit», ha aggiunto Biden, «e non possiamo permettere che il mondo ci passi avanti».
Che la Cop26 veda per la prima volta una piena adesione degli Stati Uniti e, anzi, giovi del sostegno di un presidente realmente impegnato sul fronte climatico?