Un elettrodomestico che non sia troppo costoso da utilizzare e che duri nel tempo: in poche parole è questo che cerchiamo tutti quando dobbiamo arredare casa per la prima volta oppure rimpiazzare quell’apparecchio ormai troppo vecchio e malandato o, perché no, inserire quella comodità in più che ci facilita la vita.
Da un mese circa la nostra caccia all’elettrodomestico perfetto è un po’ più semplice: sì, perché l’Unione europea ci viene incontro con il diritto alla riparazione e nuove etichette energetiche.
Stop all’obsolescenza programmata: pezzi di ricambio e riparazione sono un diritto
«Vista la condizione della sua lavatrice c’è poco da fare, conviene prenderne una nuova perché i pezzi di ricambio oggi sono introvabili»: quante volte vi siete sentiti dire così da un tecnico che cercava di mettere mano al frigo o ad altri apparecchi? Beh, non siete certamente i soli dato che dal 1° marzo 2021 l’Unione Europea ha imposto nuove norme ai produttori degli elettrodomestici che garantiscono finalmente il diritto alla riparazione per 10 anni.
La cultura dell’usa-e-getta nata con il boom economico degli anni ’60 sta giustamente tramontando grazie a una nuova consapevolezza e alla spinta non indifferente delle ultime crisi economiche: perché gettare qualcosa che potrebbe durare ancora molto tempo con un po’ di manutenzione?
Il problema dello smaltimento dei rifiuti, infatti, non è indifferente: consumiamo molta energia e risorse per produrre l’elettronica necessaria per elettrodomestici e dispositivi che sono parte della nostra quotidianità, e non riflettiamo abbastanza sull’inquinamento che comporta smaltire una lavatrice o un frigorifero.
La risoluzione del Parlamento Europeo ha ripreso la legge francese del 2016 contro l’obsolescenza programmata, rispondendo così sia alla scarsità delle risorse naturali che all’aumento dei rifiuti e al diritto dei consumatori di non essere costretti ogni pochi anni a cambiare i propri elettrodomestici.
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Nuove etichette energetiche per gli elettrodomestici
L’altro lato della questione elettrodomestici è quello delle nuove etichette energetiche: sempre dal 1° marzo 2021 chi vorrà comprare una nuova lavastoviglie, lavatrice, frigorifero o televisore troverà una legenda un po’ diversa rispetto quella cui siamo abituati oggi. Semplicemente, la scala di valori torna ad essere distribuita dalla A alla G con dei nuovi inquadramenti molto più precisi e richieste più esigenti per la classificazione.
“Scalare” la vetta di queste nuove etichette per le aziende significa investire molto in innovazione e in attenzione per l’ambiente: inizialmente la categoria A sarà vuota e gli apparecchi redistribuiti lungo tutta la scala; oggi, infatti, quasi tutti i prodotti sono classificati come A+, A++ e A+++, fatto che non aiuta a distinguere un reale valore o vantaggio per il consumatore, poiché la differenza è poco evidente.
Agire sulle abitudini di consumo è solo il primo passo
La lotta all’obsolescenza programmata e allo spreco di apparecchiature elettroniche ha preso finalmente il via, anche se naturalmente resta molto da fare:
- le nuove norme al momento si applicano soltanto a lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e schermi, tra cui i televisori: da settembre le stesse norme varranno anche per le lampadine, ma ancora non interessano smartphone e in generale i dispositivi elettronici, che sono molto più soggetti al ricambio continuo e, allo stesso tempo, il loro dispendio energetico e impatto sull’ambiente è poco considerato
- i pezzi di ricambio dovrebbero essere standardizzati perché la misura introdotta sia un vero successo, o quantomeno i componenti principali resi universali, in modo da agevolare le riparazioni che oggi richiedono diversi strumenti anche solo per smontare gli apparecchi e accedere alle parti da sostituire
In questa logica si sta già muovendo la Commissione Europea che lavora al prossimo passo, cioè richiedere la standardizzazione dei caricabatterie per ridurre i rifiuti elettronici o, ancora, etichette che illustrino la vita utile di un prodotto, espressa in numero di cicli o in durata temporale.
Insomma, introducendo misure per allungare la vita degli elettrodomestici l’Unione Europea raggiunge il doppio scopo di tutelare sempre meglio i propri consumatori e di limitare gli sprechi e gli scarti di materiale elettrico, spesso difficili da smaltire, contenendo quindi anche l’inquinamento ambientale.
E noi cosa possiamo fare?
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